L’argomento pensione anticipata sta a cuore a molti italiani e negli ultimi tempi è un tema scottante per via del nuovo disegno della legge di bilancio per il 2019.
Il disegno di legge, contenente al suo interno l’ormai famosa Quota 100, è stato approvato in via preliminare.
È una proposta che mira a dare più flessibilità nell’accesso alla pensione a delle precise tipologie di lavoratori:
Secondo questa proposta, bisogna sommare l’età anagrafica a quella contributiva per raggiungere un valore, pari a 100 appunto, che consenta l’uscita.
La cartella, ancora allo studio, prevede un’unica combinazione per centrare l’uscita: 62 anni di età e 38 anni di contributi senza, probabilmente, l’applicazione di una penalità sulla misura dell’assegno né un tetto alla contribuzione figurativa.
La quota 100 dovrebbe quindi entrare concretamente in vigore da aprile con quattro finestre di accesso fisse che saranno probabilmente: aprile, luglio, ottobre e gennaio.
Con la quota 100 tornerà anche il divieto di cumulo reddito/pensione: cioè, chi sceglierà il pensionamento anticipato non potrà cumulare reddito da lavoro dipendente o autonomo per un periodo di 24 mesi dalla data di pensionamento.
Si punta a rafforzare il ricambio generazionale nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni.
Resta invece ancora da chiarire se sarà concessa la facoltà di cumulo gratuito della contribuzione mista, cioè la contribuzione versata in diverse gestioni previdenziali, per raggiungere i 38 anni di versamenti.
Si può ipotizzare che per chi abbia iniziato l’attività lavorativa intorno ai 18 anni, la misura non presenti dei vantaggi in quanto già vicini alla pensione anticipata INPS che si basa appunto sui contributi versati piuttosto che sull’età.
Mentre presenta ottimi vantaggi la quota 100 per:
Comunque ad oggi i requisiti per chi vuole andare in pensione senza quota 100 rimangono i seguenti:
Sempre nel pacchetto di modifica della Riforma Fornero, è prevista una proroga dell’opzione donna, cioè la possibilità per le lavoratrici dipendenti ed autonome di uscire anticipatamente accettando il ricalcolo contributivo dell’assegno.
Per quanto riguarda l’opzione Donna sino al 31 dicembre 2015 ha consentito il pensionamento sulla base di precisi requisiti di età diversi in base alla tipologia di lavoro, se dipendente o indipendente:
L’Ape, o anticipo pensionistico, è uno strumento che consente di uscire dal lavoro a 63 anni di età, con 20 anni di contributi: si percepisce un assegno sino alla data di compimento del requisito d’età per la pensione di vecchiaia. La restituzione del prestito comporta però delle penalizzazioni sulla pensione.
Questo sussidio economico è stato introdotto dalla legge di bilancio 2017.
Il beneficiario del sussidio decade dal diritto all’indennità nel caso di conseguimento di una pensione anticipata. Per conseguire il sussidio gli interessati devono produrre un’istanza volta alla verifica delle condizioni per accedere all’Ape sociale.
È prevista la possibilità di produrre un’istanza tardiva entro il 30 Novembre prossimo che sarà trattata dall’Inps solo se rimangano sufficienti risorse rispetto a coloro che hanno presentato l’istanza tempestiva.
L’Ape sociale, come l’Ape volontario, consente ugualmente di uscire dal lavoro a 63 anni di età. Ma con 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza: disoccupati, invalidi, caregivers (chi assiste il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità), addetti ai lavori gravosi.
Per quanto riguarda il calcolo della pensione anticipata abbiamo tre tipologie:
Per andare in pensione anticipata i requisiti previsti nel 2018, sono: 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne; 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.
Dal 2019 i requisiti saliranno di un anno: 42 anni e 3 mesi di contributi per le donne; 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini.
Successivamente, i requisiti aumenteranno di 3 mesi ogni biennio, seguendo il principio delle prospettive di speranza di vita media.
Per la pensione anticipata contributiva i requisiti sono:
Ma esiste anche la pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.
Se parliamo invece di lavoratori precoci (chi ha versato almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro prima del 19° anno di età) di diverse categorie tutelate, è possibile ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contributi.
Gli addetti ai lavori usuranti e gli addetti ai turni notturni possono ottenere un particolare tipo di pensione di anzianità. Devono però essere stati adibiti a tali mansioni per almeno metà della vita lavorativa, o per almeno 7 anni negli ultimi 10.
Fonte: articolo di Mariangela De Pasquale
41 ANNI PRECOCE E LAVORO GRAVOSO PECCATO CHE MIO MARITO CON QUESTI REQUISITI NON PUO’ ACCEDERE ALLA PENSIONE PERCHE’ LE VARIE COPERATIVE HANNO INSERITO CODICE ISTAT DIVERSO DOVE RISULTA SEMPLICE OPERAIO E NON MAGAZZINIERE ADDETTO A SCARICO E CARICO MERCI QUINDI NON RISULTA LAVORO GRAVOSO!!!!!!!!!
[…] invece, irrilevante la circostanza che il lavoratore abbia maturato il diritto alla pensione anticipata (o alla quota 100) prima dell’età […]